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La Melia Azedarach, dal nome comune Albero del Rosario, è una pianta a foglia caduca con origine in India, Cina e Australia. Ha una buona velocità di crescita con un portamento conico globoso, raggiunge anche 15 metri in altezza e 7/9 in larghezza. Buona resistenza alla salsedine, mentre necessita di temperature miti in inverno. Le foglie sono composta da gruppi di foglioline con piccoli piccioli con un colore verde inteso maggiore nella pagina superiore. Infiorescenza lilla in primavera, seguita da drupe di colore nero in grappoli, visibili per tutta l'estate. Proprio queste, per la loro durezza, venivano utilizzate per la costruzione dei rosari e quindi prende il nome popolare di Albero dei Rosari.
L’Albero del Rosario o dei Rosari (dal nome botanico Melia Azedarach) fa parte della famiglia delle Meliacee. Di medie dimensioni, cresce molto rapidamente, anche fino ai 15 metri di altezza.
La corteccia è scura e rami sono pelosi, di un colore più rosso.
L’Albero del Rosario è tra gli alberi profumati grazie ai suoi piccoli fiori ermafroditi. L’infiorescenza inizia a maggio e continua fino a luglio, ed è di colore viola. In autunno la pianta produce frutti, delle drupe rotonde di piccolo diametro, di colore giallo oro, che perdurano fino all’inverno, diventando biancastre.
La Melia Azedarach si adatta bene ai climi temperati, ma grazie alla sua resistenza alla salsedine, cresce bene anche nelle zone marittime. Riesce a rendere bene fino ad una temperatura di -10 °C anche se è necessario proteggerla dal vento. E’ consigliato piantare l’Albero del Rosario nei giardini privati, poiché la tossicità dei suoi frutti lo rende inadatto a parchi o giardini pubblici.
Si adatta bene a tutti i terreni, anche quelli sassosi, ma predilige quelli freschi, umidi e ben drenati.
La moltiplicazione dell’Albero del Rosario avviene per seme o per polloni radicali. I frutti, una volta caduti, sono diffusi dal vento invernale; la loro capacità di germinazione porta ad uno sviluppo molto veloce, tanto da diventare invasivi.
La semina va eseguita in primavera, attraverso un substrato di sabbia e torba. Una volta radicate, le piante possono essere trapiantate altrove.
La potatura dell’Albero del Rosario va eseguita eliminando i rami più bassi, quando è giovane, mentre per gli alberi adulti va eseguita asportando le parti più secche e rovinate, nonché i polloni.
La concimazione va eseguita sin dall’impianto, con del letame maturo; se necessario, si può aggiungere concime a lenta cessione per favorire la ripresa vegetativa.
L’Albero del Rosario resiste bene alla siccità e risente dei ristagni idrici.
Oltre i ristagni idrici che possono causare marciume radicale, l’Albero del Rosario può subire attacchi di parassiti, funghi e ticchiolatura.
Grazie alla consistenza dura delle sue drupe, i frutti vengono utilizzati per la fabbricazione dei rosari, dalla quale prende il nome comune.
Il legno dell’Albero del Rosario è utilizzato in ebanisteria e per gli attrezzi sportivi, avendo una grande resistenza all’acqua ed essendo immune ai tarli. Dalla corteccia si ottiene la margosina, una sostanza alcaloide purgativa e antielmintica.
Con la corteccia dell’Albero del Rosario, vengono prodotti infusi per indurre il rilassamento dell’utero. E’ importante utilizzare poco prodotto o diluirlo molto per non ottenere effetti indesiderati.
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