L’acqua è un elemento di sopravvivenza per ogni essere vivente e, in particolare nelle piante, è fondamentale per il trasporto delle sostanze nutritive. La quantità di acqua necessaria varia in base alla specie e al luogo in cui si trova la pianta. Le innaffiature di solito sono collegate alle stagioni e alle diverse caratteristiche del terreno.
Come innaffiare correttamente
Nell’annaffiare una pianta, il metodo di distribuzione dell’acqua rappresenta l’elemento fondamentale per ottenere una buona prestazione. Possiamo elencare tre tipologie d’innaffiature. La prima è quella “dall’alto” che si esegue versando, tramite un annaffiatoio dal colletto stretto, l’acqua direttamente sul substrato, evitando le foglie. In questo modo, l’acqua si accumula nel sottovaso ed è possibile controllare meglio la quantità somministrata.
Un altro metodo è quello per “immersione”: una zolla è immersa in un recipiente con acqua e poi lasciata scolare. È generalmente utilizzato per piante in ceste pensili ma anche come rimedio per recuperare una specie che è quasi seccata.
Infine c’è l’annaffiatura “dal basso” che si compie riempiendo il piatto del vaso con l’acqua, in modo che sia assorbita progressivamente dalla terra mediante i fori di drenaggio. Una volta che il terreno ha raggiunto il giusto livello di umidità, è consigliabile eliminare l’acqua in eccesso per evitare che la pianta marcisca a causa del ristagno idrico.
Il momento giusto per annaffiare è la mattina presto perché, durante l’esposizione al sole, le gocce d’acqua cadute sulle foglie possono provocare bruciature. Le ore serali, invece, sono sconsigliate perché il terreno è molto caldo e, di conseguenza, l’acqua evapora velocemente, provocando shock termici alle radici. Se non è possibile annaffiare in altri orari, sarà opportuno eseguirlaa tarda sera con il terreno più fresco.
La qualità dell’acqua è un’altra caratteristica meritevole d’attenzione per una buona prestazione della pianta: infatti, alcune specie non tollerano l’acqua calcarea dei rubinetti e, per tale ragione, è preferibile l’utilizzo di acqua piovana o demineralizzata. Qualora il costo diventi eccessivo, si può bollire l’acqua dei rubinetti per 5 minuti in modo da eliminare il calcare, e somministrarla alle piante una volta raffreddata. Per quanto riguarda la temperatura, è opportuno che sia sempre a temperatura ambiente tale da evitare stress termici alle radici, salvo diverse disposizioni per determinate piante che preferiscono condizioni differenti.
Le quantità di acqua necessarie
La quantità di acqua necessaria per il fabbisogno delle piante varia da specie a specie. Infatti, nelle schede tecniche è sempre specificato se la pianta ha necessità di un terreno continuamente umido o se preferisce un terreno asciutto prima di procedere all’innaffiatura successiva. Tuttavia, per quasi tutti i generi non si deve mai eccedere con l’irrigazione poiché i ristagni possono essere deleteri per la pianta.
Il livello di umidità del terreno
Dopo le annaffiature, è importante eliminare i residui d’acqua nel sottovaso poiché il terreno saturo d’acqua diventa asfittico e nocivo per le radici che non sono impermeabili e rischiano di imputridire.
A tal proposito, per comprendere il livello di umidità del terreno e capire se ha bisogno di nuove innaffiature, oltre a specifici apparecchi, un metodo molto più pratico è quello di inserire le dita nella terra per sentire il grado di umidità e procedere di conseguenza.
Regolarsi con le piogge e stagioni
Ogni stagione ha le proprie caratteristiche climatiche e quindi è necessario seguire alcune regole durante l’annaffiatura, tale da evitare stress termici alle piante.
In primavera, con i primi raggi solari più caldi, è necessario per il giardino una maggiore regolarità nelle annaffiature, facendo sempre attenzione alle condizioni meteorologiche. Infatti, se il cielo presenta nubi, è possibile irrigare in qualsiasi ora del giorno, mentre se c’è sole è consigliabile innaffiare la mattina presto o in tarda serata, in modo da evitare che l’acqua evapori velocemente. Generalmente, durante questa stagione è bene irrigare il prato ogni 2-3 giorni, salvo presenza di piogge. In estate, essendovi una temperatura più calda, le piante richiedono una maggiore quantità d’acqua; infatti, è opportuno innaffiare il prato ogni giorno durante le ore serali, affinché l’acqua abbia il tempo di penetrare in profondità prima di evaporare.
Durante l’autunno, qualora le piogge ancora non siano abituali, bisogna continuare ad innaffiare in modo costante e regolare, per 2-3 volte a settimana. Oltretutto, è importante rastrellare il prato per raccogliere rami e foglie secche che potrebbero soffocare l’erba.
Infine, nella stagione invernale, con l’avvento delle piogge più frequenti, il prato non richiede più un’annaffiatura continua. È necessario solamente provvedere a mantenere il terreno umido nei luoghi con climi troppo rigidi. In ogni caso, è sconsigliata l’irrigazione notturna, giacché le temperature calano e l’acqua ghiacciata potrebbe provocare il congelamento delle radici.
Annaffiare le piante più comuni
Grazie alle loro caratteristiche, le piante comunemente dette grasse o succulente, meritano particolare attenzione per quanto riguarda le innaffiature. Esse hanno dovuto nei secoli adattarsi a habitat ostili e aridi, quindi la loro capacità di immagazzinare acqua è l’unica fonte si sopravvivenza. Questa è la ragione per cui le piante grasse temono l’eccesso di acqua, poiché in un terreno troppo umido rischierebbero di marcire.Per garantire la salubrità della pianta, nei mesi primaverili ed estivi, sono dunque necessarie innaffiature regolari, non più di 5 o 6 volte in un mese, facendo sempre attenzione al grado di umidità del terreno.Durante i mesi autunnali ed invernali, la necessità d’acqua è quasi assente e quindi le innaffiature dovranno essere più rare. Per quanto riguarda le piante da appartamento, attraversando un periodo di risveglio vegetativo durante i mesi primaverili ed estivi, è importante annaffiarle in modo regolare poiché dispongono solamente dell’acqua che si trova nel vaso. È consigliabile bagnare abbondantemente il terreno fino alla fuoriuscita dell’acqua nel sottovaso, controllando che non si generino ristagni idrici. Qualora il clima fosse troppo caldo, è opportuno vaporizzare la chioma delle piante mediante un nebulizzatore riempito con acqua demineralizzata, tale da evitare di macchiare le foglie.
Per le piante da esterno bisogna distinguere se sono poste in vaso o in piena terra: qui le variabili come esposizione, tipologia di terreno, temperatura, l’anzianità della pianta e il genere, non ci permettono di formulare consigli particolari, ma solo un costante monitoraggio consente di stabilire le reali necessità.